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DIVENTARE IL VENTO

Questa piccola nadura godeva di brutta fama. Gli abitanti del bosco ne giravano al laqo. Perché sulla radura crescevano solo i narcisi velenosi, sopra ai quali svolazzavano igrassi fuchi, che assomigliavano più alle mosche della stalla.

I narcisi andavano molto fieri della loro bellezza e della loro piccola radura, dove, a parte loro, non cresceva nessuno. Ogni narciso aveva un proprio fuco, molto bravo nel parlare d'amore con il suo ronzio, e il quale, ronzando, non pensava ad altro che al modo di entrare dentro il fiore per mangiare il polline. Poiché sulla radura non c'era altro cibo, i fuchi si enano adattati a godere di quello che Cera: della superba bellezza dei narcisi e dei loro stami e pistilli. Per questo bastava soltanto ronzare per un po', e ogni narciso si schiudeva, credendo a tutto quello che dicevano i fuchi con il loro ronzio, poicfté nemmeno uno tra i narcisi dubitava di essere il più bello, il più straordinario, I'unico e inipetibile. Ed ogni fuco aveva imparato a dire molto bene ciò cfie si voleva sentire da lui, a scopo di ottenere ciò che voleva. Poiché è molto semplice parlare d'amone. Molto più semplice che amare...

Ma un giomo sulla piccola radura spuntò uno stmno germoglio. All'inizio tutti i narcisi intomo pensarono cfie il neonato fosse uno di loro e aspettarono con impazienzal'appanzione del fiore, per raccontargli di sé, della propria stmodinaria belleza. Ogni nalciso sulla radura non freva altrc che parlare inslancabilmente della propria bellezza e delle qualità straordinari, e andava sempre a caccia di coloro cfii ancora non ne era al mnente. Ma quando finalmente il nuovo fiore si scfiiuse, i narcisi d'un trdto esclamarono "Ah!!!"

- Chi è? - quasi all'unisono chiesero loro. E poi sempre in coro esdamarono:

- Ma che fiore deforme! Non ci assomiglia per niente!

Una tale unanimità tra i narcisi accadeva di rado, ma in questa occasione si miserc g s6hlsmazrsre con disapprovazione tutti insieme:

- Guardate questo fiore! Non ha nemmeno un petalo liscio! E il colore?! Ma guardate! Che colore volgare! Non ha nemmeno una maccftietta bianca!

- Lui non è affatto come noi... - ripetevano i narcisi. E questa fu la sentenza. Voftarono le spalle al fiore appena nato. - E' un intruso! Non c'è posto per lui sulla nostra radura! E che non conti cfre lo accoglieremmo nella nosira cerchia solo per il fatto che sia apparso qui! A quelli come lui non c'è posto tra i narcisi!..

Quando il Soffione scftiuse la sua villosa testolina, la prima cosa che vide fu un grande fiore brillante molto in afto nel cielo.

- Ciao! - gli disse il Soffione e sonise con aria felice. ll Sole ricambio il soniso del Sofrione, e quest'ultimo chiese:

- Sono nato! Chi sono io?..

ll Soffione con enlusiasmo si guardo atlomo e si vide circondato dai bellissimi fiori che lo stavano guardando.

ll Soffione voleva dirli: "Ciao!" ma non fece in tempo, perché ifiori si misero a schiamazzare tutti insierne. All'inizio il Soffione non riusci a capirli, ma quando infine capi, si rattristi molto. "E'un mostro! Lui non è come noi! E'un intruso! Per quale motivo è apparso sulla nostn radura?! Non ammetteremmo mai un fore cosi alla nostra cerchia! Guardate quanto è diverso?l Ma come si può vivere essendo cosi brutto?!"

- E' molto triste nascere e venire a sapere che sei un mostro... - sussuno il Soffione. Ma poi ci penso e all'imprcwiso sonise di nuovo:

- Pero voi altri siete osi belli! E in particolarc quel gnande fiorc nel ciefo!

I narcisi cèssarcno di parlare per un secondo, ma dopo riprcselo a schiamazzane oon una nuova forza:

- No, ma guadate! Lui non è solo brutto, ma è ancfie stupido!

- Si! Paragonare noi a questo stupido pallone giallo!

- ll quale è buono solo a scaldarci!

- Ma perché diamo retia alle parole di questo intruso? Non sa nemmeno cos'è il sole!

- Brutto e stupido! - dissero in coro i narcisi e si voltarono definitivamente.

- Scusate... - disse il Soffione. Si senti imbarazzato per il fatto di aver offeso ifiori cosi belli. - Probabilmente, sono vemmenle stupido e brutto...

Rimase triste ancora per un po', ma poi non sostenne il silenzio e chiese garbatamente:

- Cari bellissimi fiori, per favore, ditemi: dove sono?

Nessuno gli rispose. I narcisi parlarono tra di loro della propria bellezza, udendo solo sé stessi.

- Dove sono?! - ripete ad alta voce il Sofiione. Nessuno voleva parlare con un intruso. ll Soffione abbasso gli occhi non contando più sulh risposta, quando uno dei i narcisi gli rispose altezzosamente:

- Sei sulla nostra nadum!

- Ah si? - si rallegro il Soffione. - E voi cfii siete?

- Noi siamo narct'si, e noi... lo in particolare! Siamo bellissimi! Del resto, lo vedi tu stesso!..

- Si, - acconsenti il Soffione. - Ma perché mi rispondi? Dopotutto si sono voltati tutti...

- lo ti parlo percfié tutti possano nolare la mia nobiltà. Sono pronto a sprecare il mio prezioso tempo con guelli come te, poiché su questa nadura nessuno è più elevato e più nobila di me!

- Prcbabilmente è cosi! - acconsenti il Soffione.

- Grazie! Allora forse poi rispondere ad un'altna domanda?

- Si, - acconsenti solennemente il buon narciso.

- Chi sono? - chiese il Sofiione. - E percùré sono nato su questa radura?

- Veramente, queste sono due domande... - si mise a ridere il narciso. - Pare che sei veramente inimediabilmente stupido. D'altronde, cos'altro aspettarsi da un fiore cosi brutto?! Chi sei? Non lo so. Ma una cosa posso dire con certezza: non sei un narciso!

- Ma forse sono semplicemente un narciso molto-molto brutto? - chiese con la speranza il Soffione.

- No, non sei decisamente uno di noi! - con disprezzo si mise a scuotere la lestolina il narciso. - Ma devo ammettere ...

Anche se, imiei colleghi, penso, non safianno d'accordo con me... Ma siccome sono uno studioso spassionato, devo ammettere che tu sei un fiore. Eppure sei un fiore! Brutto e assolutamente dissimile a noi, s'intende, ma un fiore!

- Che bello! - si nallegrò il Soffione. - Ma perché sono nato su questa radum?

- Se sei un fiore, allora, al mio avviso, sei nato per quello, per cui nascono tutti i fiori! Anche se, ripeto ancorel una volta, tutto il mio ragionamento si basa sull'ipotesi che tu, tuilavia, sia un fiore!

- Allora non siete certo che io sia un fiore? - si rammaricò il Sofiione.

- Sono certo. E sono pronto a difendere la mia opinione davanti agli altri narcisi studiosi... Poiché questa è la mia opinione! Tu hai tutti le cardteristiche di un fiole, e quindi sono certo - sei un fiorc! Tale è la mia teoria, la quale non può essere enata!

- Perché è la vostra? - precisò il Soffione. Stava pian piano imparando la logica comunemente accettata sulla radura dei narcisi.

- Si, - acconsenti il narciso.

- Sono molto contento di aver fatto la conoscenza di un narciso cosi slraordinario come voi! - esclarno il Soffione.

- È possibile che tu non sÍa poi cosi stupido come sembrava alt'iniio... - mn indulgenza annuncio Íl narciso. - Per questo ti rispondelò alla seconda domanda, di gran lunga più complessa...

- Si, per favore! - esclamo il Sofiione. - Perché nascono ifiori? Perché vivono fiori?

- I fiori vivono per amore, - solennemente rispose il narciso. - Sulla nostra radura non dimorano solo i fiori, ma anche degli insetti volanti. Quando un insetto aniva da te dicendo che sei il più bel narciso sulla radura e poi si siede e si siruscia contro ituoi stami, questo si chiama amore!

- Dev'essere meraviglioso... - sussurò il Soffione.

- Oh, si! Sulla nosilra radura non c'è nulla che sia più bello di questo. Ogni narciso sogna di incontrare un fuco più grosso, che sappia ronzare meglio di tutti!

- Ma se sono un fiore, come avete detto Voi... - riflette il Sofiione ad alta voce. - E i fiori vivono per amore, allora presto anche da me arriva un fuco per ronzare d'amore?

- Ma quale fuco guarderà un fiore cosi bnrtto?! - rise dell'ingenuità del Sofiione il narciso. - Per questo mi sono meravigliato della tua apparizione sulla nostra raduna: che senso c è in un fiore, sul quale non si sederà nessun insetto che si rispetti?! Dopotutto sei circondato dai tali bellissimi fiori, quali siamo noi! È forse possibile che almeno uno dei fuchi che si rispetti si metta a ronzare d'amore ad un simile mostro, quando attomo ci sono dei bellissimi narcisi?!

- Probabilmente avete ragione... - malinconicamente chinò la lestolina il Soffone. - Ma allora posso amare io, da solo?

Amare quesla piccola radura, il sole, voi e tutti gli insetti, che volano sopra la radura?

- Accomodati! Ma che senso ha? - alzò le petali il narciso. - Amore è quando amano te. Perché sei il più bello, perché sei il più intelligente o il più nobile, perché profumi meglio di tutti... Ma per quale ragione amare te? Sei brutto e stupido. Sei un intruso. Al mio awiso, sarcbbe stato meglio per te di non essere mai nato su questa radura...

- Non essere mai nato? - chiese il Soffione. - Ma...

- Ho già sprecato troppo tempo con te! - all'improvviso disse stazzosamente il nobile narciso. Sta anivando da me il mio fuco, e non posso più parlare con gli inlrusi. Lui lo potrebbe frainiendere...

- Scusate, - con spavento fruscio il Sofiione. Non voleva assolutamente infastidire un narciso cosi buono e nobile, il quale, l'unico tra i tutti, era accondisceso alla conversazione con lui, un brutto e situpido Soffione.

* * *

ll Vento viveva nel Bosco. Era ovunque. Come I'aria, permeava lutto intomo. Ma come il Vento volante, appariva qua e là. ll Vento amava correre sopra i laghi dei boschi, giocherellando con le increspature dell'acqua e dondolando le ninfee.

Amava sofriare tra gli alberi, facendo dondolare i rami e sfrecciando atlraverso il fogliame... Ma, corne tutti gli abitanti del bosco, non amava passare sopra la radura dei narcisi. Al Vento non piaceva il loro profumo velenoso. Molto raramente l'aria della radura dei narcisi autocompiaciuti si trasformava nei Vento, e quando accadeva, era solo per mantenere ordine. ll Vento sorvolava velocemenle questa parte odiosa della sua prcpfietà e spariva nel Bosco.

Ma un giomo, il Vento apparce sopra la radura e come al solito sfrecciò via, per sparire il più presto tna gli alberi, quando ad un tratto, al confine tra la radura e il Bmco, vide un fiore insolito...

* * *

ll Soffione abilava nella radura dei narcisi e sognava l'amole. Dopotutto, ena un fiore anche lui e quindi ero nato per amore. Ma aveva ragione il gentile narciso chiacchierone, poiché nemmeno un fuco guardava in direzione del Soffione.

Loro, come tutti i narcisi dtomo, ridevano del fiore deforme, dell'intruso, che ha osato nascere sulla radura dei narcisi. Ma il Soffione desiderava intensamente amare. Sapeva che ogni fiore deve amare un qualche volante. E il Soffione già da bel pò era disposlo ad amare chiunque scendesse verso di lui. Persino I'uliima mosca! Ma nemmeno le mosche consideravano il povero Soffione. E questo nonodante il fatto che un narciso disposto ad ascoltare il rcnzio delle mosche era mollo raro. Poiché tutti i narcisi sognevano I'amore dei grassi e in tutti sensi riusciti fuchi.

ll Soffione si sentiva solo tra i narcisi. Lua sognava l'amore, ma nemmeno un insetto della radura ha mai guardato nella dirczione dell'intruso.

ll Soffione si rassegnò al proprio destino, capi di essere brutto, stupido, e innanzi tutto di essere nato sulla radura sbagliata, dove non Cera posto per lui. E quando realizzò tutto questo, ad un tratto percepi che c'era qualcuno che volava intorno!

ll Soffione si guardò attorno ma non notò nessuno.

"Che strano... - pensò il Soffione. - Probabilmente, sono talmente desideroso d'amore, che presto mi appariranno degli insetti invisibili!"

Ma in quell'istante il Soffione di nuovo pelcepi che qualarno volava attomo. Volava indubbiamente! Era cosr' palese, che il Soffione non riusci a trattenersi a chiese ad alta voce:

- Chi c'è qui? Chi sei?!

- Sono il Vento!

- Sei un insetto, vero? - si meravigliò e si mllegrò il Soffione, poicfré pensava che solo gli insetti sanno volare. Cosi gli dicevano i narcisi.

- No, non sono un insetto, sono il Vento! - disse il Vento e sofiiò leggermente sul Soffione.

- E tu cfri sei? Non ho mai visto dei fiori cosi sulla radura dei narcisi...

- Io sono Soffione, - con tristezza si presento il Soffione. - Anch'io sono un fiore, come i narcisi, solo cfie sono molto brutto e stupido...

- Uhm?! Chi ti ha detto questo? - si meravigliò al Vento.

- I narcisi. Dopotutto, è vero che non li assomiglio per nienie. E loro sono cosi belli!

- Tu mi piace di gran lunga più di loro! - improwisamenle disse il Vento.

- Davvero?! - si scattò il Soffione. Lui non capi subito le parcle del Vento, ma quando capi, non riusci a credere a quelfo che aveva udito.

- Si, e non sono neanche dispiaciuto di essere passato oggi sopra questa radura! - rispose il Vento. - Beh, ora devo andare...

- Vieni ancora qui? - di colpo chiese il Soffione, lui stesso stupito di aver potuto dire questo e fermare il Vento che stava già volando via.

- Se vuoi... - rispose il Vento, sorvolando leggermente proprio sopra il Soffione, dondolando la sua testolina.

- Lo voglio tanto... - sussurrò il Soffione.

- Allora venò sicuramente! - Il vento soffiò più forte, dopodicfrè spari tna glialberi del Bosco.

* * *

Tutto il giorno seguente il Soffione passò in attesa del Vento.

"Ha detto di non esserc un insetlo, ma anche lui vola, - riflette il Soffione. - E se fosse un insetto volante invisibile, senza nemmeno che lo sapesse?"

- Nobile narciso! - chiamò il Soffione. Dovette chiamado a voce alta più volúe, prima ehe il narciso si degnò di rispondere.

- Che vuoi? - rispose altezzosamente. - Se tu pensi che io, una voJla avendo accondisceso alla conversazione con te, lo rifaro ogni volta per un qualsiasi motivo, intenompado i miei afiari, ti sbagli di grosso!

- Perdonatemi, rispettabile narciso, ma ho un quesito importantissimo da porvi, - garbatamente disse il Soffione. - Io so che siete un grande studioso, e solo voi potete rispondermi!

- Dunque, sono invero il più grande narciso studioso su questa raduna! - pacatamente, ma con owio piacere concordò il narciso.

- E va bene, cosa vuoi sapere?

- Chi è il Vento? - chiese il Sofiione e trattenne il respiro dall'emozione, in attesa della risposta.

- Hm, esistono molte teorie riguardo a che cosa rappresenta di per sé il Vento, - cominciò il Narciso. Una delle versioni, che mi è vicina, ma con la quale non concordo del tutto, è questa: il Vento non esiste. Perché nessuno lo ha mai visto. Il vento è stato inventato per spiegare alcuni fenomeni che accadono sulla nostra raclura, difficili o impossibili da spiegare scientificamente, senza attirare qualche forza astratta...

- Ma secondo la vostra opinione, chi è il Vento? - chiese il Soffione. Lui non comprendeva molto le riflessioni del narciso studioso. Tanto più che il Sofiione stesso non dubitava minimamente dell'esistenza del Vento. Dopotutto, ieri si sono parlati I'uno con l'altro! Perciò al Soffione paneva strano sentire gli opinioni di questi narcisi, che affermavano che il Vento non esiste solo peril fatto che nessuno lo ha mai visto. "Neanche io lo visto, - penso il fiorc. - E allora? Però io lo percepivo!"

- Innanzi tutto, non "chi è", ma "cosa è"! - corregge il narciso I'interlocutore. - Il Vento é una forza, la quale, come suppongo, permea tutto intomo! A volte si manifesta, e allora accadono delle cose molto slrane. Ma a noi narcisi non piace quando il Vento appare sulla nostra radura! Sarebbe meglio se non esistesse afatto!

- Perché? - con meraviglia chiese il Soffione.

- Il primo, quando lui soffia manda via tutti gli insetti, e noi non sentiamo il loro ronzio, - cominciò il narciso. - Il secondo...

- Allora il Vento non è un insetto? - chiese il Sofiione con emozione.

- Certo cne non lo è! Che stupidaggane! - si indegno al narciso. A lui non piaceva quando lo interrompevano. - Come puó essere un insetlo qualcosa che è invisibile, incomprensibile e, molto probabilmente, inesistente?

- Eppurc anche lui vola... - timidamente obietlò il Soffone. La debole spemnza che il Vento sia un qualche insetto insolito il quale si potrebbe amare, come è di uso tna ifiori, non lo mollava.

- No, il Vento non è un insetto! - disse il nalciso con certezza. - Il Vento, ammèsso che esista, è una forza formidabile e incomprensibile, ed è assolulamerite estranea a noi narcisi!

- Estranea? Perchè?

- Perchè tu non finisci di ascoltare e mi interrompi continuamente! - disse stizzosamente il narciso.- I Vento è il nostro nemico. A volte soffia cosi forte, che strappa i nostri bellissimi petali, porta via i fuchi che ci amano, e a volte ci schiaccia fino al suolo, orgoglioso della propria forza. Ma la cosa più spaventosa... - e il narciso passò a parlarc sottovoce, - dicono che, a volte, lui ci strappa dalla tena e ci porta via. Questo si chiama morte...

- Grazie della sua risposta! - disse il Sofiione, ma tra sé e sé penso: "Probabilmente, lui parla di qualcun altro, e non del mio Vento. Il mio Vento non è affatto cosi. E dolce, gentile. E ha detto che gli piaccio..."

- Ciao Soffione! - il Venlo appar" d'un tratto, come se fosse la risposta ai pensieri del fiore. - All'improwiso mi sono ricordato di te e ho pensato di passare suila vostra radura.

- Ed io tutto il tempo non penso ad allro che al nostro pimo incontro, - confesso il Sofiione. - Ma tu non sei proprio per niente un insetto?

- No, - rispose il Vento.

- Peccato! - sospirò il Soffione. - Se tu lo fossi avrei potuto amarta!

- Ti servono gli insetti? - si meraviglio il Vento. - Se vuoi, le ne porto una decina, o anche tutti!

Il Soffione ci penso, ma poi fece un cenno di no col capo:

-No, a che scopo? Che girino sopra i loro narcisi. Essi amano loro, e non me...

Il Vento alzò le spalle invisibili e cominciò a soffiale leggermente attomo al Soffone.

- Non sono mai stato cosi bene, come quando sto con te, - confesso il Soffione. - Quando sei vicino, b mia nascita su questa nadura non sembra affatto inutile.

- Anche tu mi piad! - rispose il Vento. - Vengo anche domani, vuoi?

- Si! - annui con gioia il Soffione. - Ti aspetterò...

* * *

Il giomo dopo, appena sorse il sole, il Soffione schiuse il fiore e si guadò attomo.

- Vento, dove sei? - chiese.

Ma il Vento non c'era anoona, e quindi i Soffione si mise in altesa. Non potè pensane a null'altlo che al Vento. Non potè sognare null'altro...

Il Soffione stava tra i narcisi e sorrideva al Sole, pensando a come presto arrivverà il Vento e sofierà dolcemente vicino. I narcisi guardavano il Soffione felice e stizzosamenle parlavano tra loro.

- No, ma guardate questo intruso! Al posto di piangere affliggendosi della propria mostruosità, lui si rallegra di qualcosa! Tuttavia, non è male essene un completo idiota!

- E si, guardare la sua deforme faacia felice fa venire la nausea!

- Sorride come se fosse nessuno al mondo è più bello i lui!

- Quanta presunzione e superbia bisogna avere!

- Ma no, è semplicemente un idiota!

- Dovremo dare una lezione a sto intruso, che non ci rovini I'immagine della nostra radura con la sua felice fisionomia!

I narcisi stessi sonidevano di rado, semmai solo per beffa di qualcuno o sentendo delle disgrazie d'altrui. E nella vita succedeva di tutto. Accadeva che I'amato fuco volava da un altro fiore e ora all'altro che parlava d'amore. Accadeva che cadevano dei petali, e quelli rimasli si raggrimivano e si imbruttivano... C'era un'ampia gamma di dispiaceri nella vita dei narcisi, per via dei quali non veniva affatto la voglia di sonidere.

- Bisogna dargli una lezione! - unanimemente decisero i narcisi. Si proposero di prendena in giro a volontà lo stupido Soffione, e a questo scopo persuasero il più grosso e più famoso fuco di "innamorarsi" dei brutto fiore...

- E va bene, non sono contraúo al divertimento del genele! - solennemente rispose il fuco. - Fin ora non mi ha saputo resistere nemmeno un narciso, quindi non passerà neanche un minuto che questo vostro Sofiione avrà già perso la testa per me!

Ilfuco puli i suoitrasparentie cangiantiditutti i coloti d'arcobaleno alletti e sali in aria...

Il Soffione pensava al Vento, che si era trattendo da qualche parte. "leri a quasl'ora era già qui, - penso il So'ffione con ansia. - Purché non gli sia successo nulla..." I minuti passavano, e I'attesa diventava sempre più angosciante. Il Soffione attendeva ii Vento con ogni sua venuzza, con ogni fogliettina e ogni stametto (stame)*. L'attese assorbi tutto it suo essere.

Improvvisamente l'aria attorno al fiore si mosse e il Soffione tirò un sospim di sollievo, pensando che il Vento fosse finalmente arrivato.

- Sei qui? - con gioia chiese il Soffione. Ma qui da qualche parte da sopra risuonò un ronzio, e il Soffione alzò la tesiolina perplesso. Proprio su di lui stava scendendo un bellissimo fuco. Erano isuoi ali ad agitare l'aria e a fare quel leggero venticello, il quale il Sofiione scambiò per il Vento, ll fuco scese molto in basso e si fermò librando sopra il Soffone.

- Ma che bellissimo fiore! - disse ronzando il fuco, alzando di scatto tutte e sei zampette battedole leggermente in segno di ammirazione. - Non ho mai visto nulla di simile! Ho girato tutta la radura e ho già perso la speranza di trovarc il fiore dei miei sogni... Ho già abbandonato del tutto la speranza, ma poi ho visto Voi! Chi siete, oh bellissima sconosciuta? Voi avete conquistato il mio cuore!

- Ma io non sono un narciso, - disse il Sotrione meravigliato. - Tutti dicono che sono tanlo brutto e stupido, che sono un intruso su questa radura...

- Sono semplicemente invidiosil - esclamò il fuco. - ln confronto con la Vostra br;llezza fuori da questa radura, tutti i narcisi sono semplicemente dei miseri boccioli non schiusi! Sono conquistato da voi definitivamente e irrevocabilmente! Non potrò più vivere senza di Voi! Io Vi amo! Vi prego, siate il mio fiore!

Il Soffione ascoltaya il rcnzio del fuco e non riusciva a credere che tutto questo accadeva veramente. Il suo sogno si era awerato! Qualcuno lo ha notato, qualcuno si è innamomto di lui! E l'innamorato non era una mosca qualsiasi, ma era il più bel fuco della radura!

"Che strano, - pensò il Soffione. - è accaduto quello cfte sognavo da tanto, e io non provo nessuna gioia! Anzi, mi sento triste... Percfié è cosi? Dopotulto è accaduto quello di cui parlava il narciso: un insetto volante si è innamorato di me. Ed è propdo per guesto tipo da amore che vivono i fiori... E allora perché non provo nessuna gioia? Perché non grido in risposta a questo bellissimo fuco: "Si, sono il tuo fiore, vola a me! Siediti su di me e ti copro con il mio polline!" Perché mi rattrista cosi il suo sincero ronzio? Dopotutto mi parla d'amorc! Mi parla di quello per cui vivono i fiori..."

Il Soffione si guardo all'intemo di sé con l'ansia, cercando la risposta alla domanda cosi complicata. Ed all'improwiso capi!

"Io non lo amo! I narcisi dicono che questo non è imporlante, importante è cfre amino le, ma quesio non è vero! Per me questo non è vero. Anch'io voglio amare. lo non potrò solo ricevere I'amore, voglio anche darlol Come quell'immenso fiore nel cielo...- il Soffione guardó come giocavano spensieratamente le luci del sole sugli ala del fuco, rendendoli meravigliosamente belle.

- Ma perché non posso arnarè un insetto cosi bello? Dopotutto ancora fino a poco fa ero disposîo ad amarc persino l'ultima delle mosche, a patto che si fosse accorta di me e d'accordo di venirc da me! Che cosa è cambiato?! Perché non posso amare questo meraviglioso fuco, notevole da tutli i punti dÍ vista?.."

- Come mai è diventdo cosi pensoso, oh bellissimo fiore? - ronzò il fuco, stufato ad aspettare la risposta.
- Possibile che non crediate alle mie parole?

- Credo, ma..- - disse esitando il Sofiione.

- Allora diventi il mio fiore! -esclamo impeziente il fuco.

- Non posso... - disse sottovoce il Soffione. E all'improvviso, suo malgardo, aggiunse:

- Io amo un altro...

E in quel momento al Sofiione divenne tutto cfriaro!

"Ecco percfté non potrù amare questo meraviglioso, bellissimo fuco! Perché già amo... "

- Ma come sarebbe?! - si guardo attomo il fuco stizzosamente, come se dicesse ai narcisi: 'Ma che indecenza! Perché non mi avete messo al corente!" I narcisi con perplessità scossero le testoline. Erano stupiti non meno del fuco.

- Ma come sarebbe?! - ripetè il fuco.

- Chi è?! Dmmi il suo nome! lo combatterò per il mio amore! Capirai che io sono meglio! Nessuno è meglio di me su questa radura! Possibile che non riesce a notarlo?l

- Certo, questo è evidente...- tristemente acconsenti il Soffione. - Ma sono già innamorato... Vi prego, non vi dispiacete, sono certo che troverete il vostro fiore del cuore!

- Ma io amo te! - si indegno il fuco. - Sei il più bello, meraviglioso fiore che non assomiglia a nessun altrc su questa radura! Si, sei bellissimo. stupendo, meraviglioso, irrepetibile.. E cosi via! E quindi, devi essere mio! Dimmi il nome di colua che ami, e io ko sfiderò a combatterc! Voglio sripere al nome del mio rivale! Dimmi, come si chiama? Di chi sei innamorato?!

- Io amo... il Vento... - disse il Soffione. Ancora un attimo fa il Softione non riusciva a confessarlo nemmeno a sé stesso. Lo seniiva, capiva, ma non poteva nemmeno pensare mentalmente queste parole "Io amo il Vento". Ed ora, avendole dette a voce alta, il Soffione percepi che esse non esprimevano nemmeno una piccola parte di quello che nascondevano dietro.

Dopo le parole di Soffione tutta la radura si sospese in un silenzio assolulo.

Ed in questo silenzio it Soffione ripetè, come se fosse solo per sè stesso:

- Si, io amo il Vento...

E qui scoppiò il pandemonio. Ora, sicuri che la prima volta non hanno udito male, i narcisi attomo il Soffione scoppiarono in una fragorosa risata.

- È una commedia! Lo stupido Soffione siè innamorato del Vento!

- Si, solo dei mostri del genere possono amare ciò cfie non esiste!

- Gli ha dalo di volta il cervello dalla solitudine!

- Certo, non è facile essere un intruso deforme sulla radura dei bellissimi narcisi!

- No, ma provate solo immaginare: innamorarsi del Vento! È del tutto inconcepibilel

- E un pazzo!

- È un fallito!

- È un intruso!

Nel sentire la risposta del Soffione il fuco si arrabbiò. Si senti ferito ed ebbe paura di essere preso in giro: "E cosi qusto sarebbe il migliorfuco della mdura?! Non è stato in grado di sedune nemmeno il fiore più brutto che ci sia!" Questo fu un colpo senza precedenti alla reputazione del fuco. Quand,o senti Ie risate dei narcisi, voilescompanre immediatamente, sprofondare sottoiena. Ma poco dopo capi che non ridevano di lui, e allora anche il fuco si mise a ridere forzaiamenle:

- Che stupido fiore! Non è stato uno scherzo molto felice, quello di mandarmi da un pazzo!

- Sapevamo che fosse stupido, ma non sapevamo b fosse fino a questo punto! - si giustificavano i narcisi.

- Ma vi perdono per questo scherzo poco felice! - disse il fuco. Aveva riacquistato la terra sotto i piedi.
- Poiché ha divertito anche me! lncredibile: un fiore che si innamora del Vento! Che sciocco! Ci sarà di cui raccontare alle mie bellissime amichette!

Il Sofiione non senti il riso dei narcisi e del fuco, non capi nulla di ciò cfie stavano dicendo. Fu sbalordito dalla propria scoperta.

"Io amo il Vento... - pensava. - Ma come è possibile?! Come è possibile che un piccolo fiore ami il Vento onnÍpotente che penetra ogni cosa, come raeontava lo studioso narciso? Un fiore deve amare gli insetti, e non il Vento!"

All'improvviso l'aria si mosse e il Soffione divento immobile. Era certo cfte questa volla le ali del fuco non centravano nulla.

- Ciao! - salutò il Vento sfiorando dolcemente il Soffione, abbracciandolo con dei flussi invisibili. - Mi sei mancato!

- Ancfie tu mi sei mancato! - sonise gioioso il Soffione. Tutti i dubbi sono spariti immediatamente, appena il Vento apparse.

- Sto cosi bene quando sei vicino... - disse il Sofiione. Avrebbe voluto confessare il prcprio amore immediatamente, ma non riusci.

- Anche a me piace molto visitare questa radura! - rispose il Vento. - Una volta oercavo di non mettervi il piede se non vi fosse il bisogno, ma adesso... Vengo qui solo per te.

- Davvero? - sonise felace al Soffione.

- Si...

Passarcno insieme un intera giomata. tl fiore e il Vento. Ma ciò nonostante il Soffione non riusci a confessare il proprio amore.

- Devo andare... - disse infine il Vento, quando il sole era quasi scompacro all'orizzonte.

- Si... - annul il Soffione. Non chiese nemmeno se il Vento sarebbe ntornato domani. Il Soffione era convinto che non poteva essere altrimenti.

E solo quando il Vento scompari, il Soffione diventò arnsioso e dubbioso, rimproverando sé siesso:"Dovevo assolutamente chiedergli se veniva ancora! Dovevo chiedergli di venire ogni giomo! E se aspettasse da me questa
rishiesta? E se non dovesse venire mai più?! E perché non gli ho confessato il mio amore?"

Il Soffione non nusci a dormire per tutta la notte. Era in preda di dubbi e di paura:

"Chi sono io per amare il Vento?! Probabilmente, è per questo che non sono riuscito a dichiararmi. Uno stupido e brutto fiore che si innamore dell'onnipresente Vento! Ma non è ridicolo?l Avrebbe potuto scoppiare a ridere in risposta alla mta dichiarazione! E avrebbe ragione... ma che posso fare? Sono un fiore innamorato del Vento! Può essere iclcolo, sciocco, può essele una pazzia, ma è cosi! Domani gii confessero ii mio amore! Assoiuiamenie! E sia quei che siai" - il Soffione con risolutezza sollevò la testolina. Ma qui lo assalirono altri dubbi: - "E se non dovesse venire mai più? Perchénon gli ho chiesto? Percfié lui non mi aveva chiesto, corne faceva una volta? Non ha chieslo: "Vuoi che io venga anconaT lo non I'ho chiesto, perché lo amo, e non avevo dubbi che venisse di nuovo. Quando ami, non dubiti di ciò che è owio. O almeno finche l'amato è vicino... Ma perché lui non ha detto: "Vengo ancora!"? - lt Sofiione si fece questa domanda rimase di stuoco. Ad un colpo venne trafitlo dal pensiero: - "Forse per il mio stesso motivo?!!! Forse, ama anche lui?!"

Il fiore innamorato non chiuse I'occhio pertulta la notle e di buon matiino, appena cominciò a farsi il giomo, sulla radura appare il Vento.

- Già sveglio? - si rivolse al Soffione, abbraaiandolo stretto con i suoi flussi d'aria. - Non ho dormito pertutta la notte! - confessò il Soffione.

- Ho guardato il meraviglioso fiore celeste, il polline celeste e pensavo a te...

- Ed io ho corso per tutto il Bosco e anche io pensavo a te! - rise il Vento.

- Ti amo, Ventol -cli colpo disse il Soffione e diventò immobile, temendo la risposta.

- Anche io ti amo! - senza esitazione rispose il Vento. - Altrimenti, perché sarei venuto su questa radura ogni giomo!

- Ma come puoi amare un semplice fiore?! - Si soffocò dalla felicità il Sofiione. - Tu sei il Vento! Tu... tu...

- Non lo so! - soffiò allegramente il Vento in risposla. - Semplicemente amo! Sono il Vento che s'è innamorato del Sofiione! Che male c'è?!

- E io sono il Soffione clre s'è innamorato del Vento...

Sono rimasli in silemio perun bel pe7za, semplicemente percependo l'uno l'altro.

 

- Vola con me nel Bosco? - disse all'improwiso il Vento. - Perché devi rimanere su questa radura? Non diverrai accettato mai dai velenosi narcisi. Non sei come lorc! Vola con me nel Bosco! E saremo sempre insieme!

- Volare nel Bosco? - si meravigliò il Soffione. - Ma io sono un fiore! Non sono capace di volare!

- Ti pofo io!

- Ma in che modo?! - Il Soffione si guardo atlomo on aria srnanila, sperando di vedere il Vento. - Io vivo su questa radura! Sono nato qui e ho una radice lunghissima che va nel profondo della terra!

- Io sono fortel - rispose il Vento. - Ti soffieré con una tale forza che ti strapperó dalla terra e ti portero con me nel Bosco!

- Mi strappi dalla terra?! - si spaventò il Sofiione. - No! No! Allona era vero ciò che diceva lo studioso narciso sul tenibile Vento?! lo non posso! î amo, ma non posso volare con te! Mi sono sbagliato! lfiori sono nati pertutt'altro tipo di amore! Devono amare degli insetti che sanno romare!

- Capisco... - soffiò tristemente il Vento. - Voglio cosi tanto che lu venga con me! Poidré io ti amo! Nel mio Bosco si sla cosi bene. Davvero! Li non crescono affatto i narcisi velenosi... Perché non vuoi volare con me?!

- No! No! - grido il Soffione. - Non posso! Sono un fiore! E la mia radice legata profondamente alia terna di questa radura! Sono un intruso, ma sono nato qui! Vai via! Vola via! Mi innamorerò di qualche fuco! Un fiore non deve amare il Vento! Non esiste! Mi sono sbaglialo! Vai via...

- Capisco... - sussunù il Vento soprafiatlo dalla tristezza. E volò via.

* * *

Il Soffione rimase da solo. Cercò di trovare la consolaziene nelle conversazioni con i narcisi, ma quelli gli voltarono le spalle definilivamente, credendolo pa;zo. Nemmeno il buono narciso studioso parlava più con il
"fiore - innamorato - del Vento", temendo per la propria repulazione.

Il Soffione cercava disperatamente di dimentbare il Vento, ma non pensava ad altro che a lui. Nulla gli era d'aiuto.

- Forse lui non ha prcso sul serio le me parole e verrà ancora? - diceva il Soffione. E la speranza alleviava per un attimo le sofierenze del povero fiorc. Ma subito dopo il dolore mai conosciuto prima trafiggeva tutto il suo essere.

- Ma che dolore è?! - gridava il Soffione nel vuoto, che si formava attomo a lui. - Perché non posso essere felice di quello di cui che sono felici altri fiori?!

Passava giomo dopo giomo, e il Sofiione perse la speranza di sentire di nuovo lo sfiorare del Vento. E il Soffione seppe come si chiamava il dolore che lo straziava.

- La separazione... Non c'è nulla di più doloroso di una separazione dall'amato, tutto in più quando non c'è alcuna spefanza di un incontlo... - diceva, come se fosse in delirio. Cominciò a trasformarsi. ll soniso solarc e spensieralo scomparse, e la teetolina gialla del Soffione all'improwiso diventò bianca...

- Che cosa sta succedendo al nostro pwo? - con ripulsione chiedevano i narcisi, vedendo la nuova immagine del Soffione. - Se prima almeno qualcosa in lui assomigliava ad un fiore, guardatelo ora!

Persino lo studioso narciso afiermò malvolentieri:

- Si, probabilmente mi sono sbagliato, e questo non è un fiore! Ora è assolutamente evidente! Direi cfie la mostruosità non ha i limiti! Prima pensavamo che il Soffione è semplÍcemente un caso nam della bruttezza del fiorc, un fiore che non ci assomigliava affatto! Ma guadatelo ora! Nella sua immagine non è rimasto nulla del fiore! È semplicemente un qualcosa di bianco ed incomprensibile!

Il Soffione non udiva nulla. Piangeva straziato dalla separazione, e la sua bianca e piumosa (lanuginosa)* teslolina diventava sempre più leggera e sottile, come se aspirasse diventare invasibile.

Come il Vento...

* * *

Appare all'improwiso. Il Venlo subito riconobbe il Soffione, che amava. Nonoslanle il fiore avesse subito un forte cambiamento.

- Quanto sei meraviglioso... - sussurro il Vento. - So che non dovevo tomare. Ma non ho potuto! Io ti amo. Sono venuto per vederti ancora una volta, anche se fosse l'ultima...

Il vento leggermente soffo attomo al Sofiione, come se scusasse.

- Io voglio volare via con te! -cominciò il So'ffione serza preamboli. - Non posso vivere senza di te! Strappami e portami via!

- Ma come posso?! - obbiettò il Venlo. - La lua radica è radicata profondamente nella terra di questa nadum. Non posso arrecarti il dolore, portandoti via a viva iorza...

- Ti prego, portami con te! - implorò il Soffione. - Non può esistere un dolore più grave di quello della separazione! La mia nadice si è essiccata dalla separazione da le!

- Ma un fiore non può siare con il Vento! Ho rÍflettuto in merfo. Avevi ragione lu! Peramare in modo autentico, bisogna diventare colui che ami. Io non posso diventare un fiore, e tu non puoi diventare il Vento...

- Io potrò... - disse il Soffione. - Sempficemente portami con te!

E il Vento soffiò... Non forte, per non far male al Soffione, per non strapparlo con la radice.

E accade un miracolo! Sulla tera, sulla radura velenosa rimase un corpo morto e secco, ma il Soffione si trasformò nei bellissimi peluzzi bianchi e volò via nel cielo, diventando il Vento!

Autore - Maxim Meister
Tradotto dal russo - Maryna Koulich

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